nonchiamatemimorbo

La raccolta delle storie

La raccolta delle storie
di Sabrina Penteriani, Giornalista

Alma Piku scrive poesie, Gianmario Vavassori costruisce vascelli in miniatura, Alessandro Culotta fa il clown dottore per la Croce Rossa. Nelle loro vite c’è un ospite scomodo, Mr. Parkinson, ma ognuno con coraggio ha trovato una strada originale per continuare a vivere e a coltivare le proprie passioni.

Le loro storie sono raccolte insieme con molte altre nel libro “Non chiamatemi morbo!”, che ho scritto con Marco Guido Salvi, presidente dell’Associazione italiana Parkinson di Bergamo e vicepresidente nazionale, e con le fotografie di Giovanni Diffidenti. Fra le pagine si trovano i volti e i percorsi di quindici persone alle prese con Mr. Parkinson e due “caregiver”, sapendo che spesso le relazioni di affetto e di cura costituiscono un sostegno essenziale e spesso diventano l’arma migliore per contrastare la malattia: l’amore può dimostrarsi più forte dei farmaci. “Il loro esempio – scrive Giangi Milesi, presidente della Confederazione Parkinson Italia, che ha preso parte fin dall’inizio a questo progetto – infonde il coraggio a non isolarsi, a reagire alla depressione e allo stigma, curandosi e curando la qualità della propria vita”.

Tutte queste testimonianze hanno come filo conduttore “L’unione fa la forza” perché la possibilità di aiutarsi a vicenda, di condividere, di fare squadra dà sempre una marcia in più. A tutti, non solo ai malati.

In una società competitiva e individualista, che lascia spesso ai margini la differenza e la disabilità e tende a esprimere giudizi superficialmente, soprattutto in base ai risultati e ai successi ottenuti, i parkinsoniani con le loro storie offrono uno sguardo diverso sul mondo e sulla vita, portando una lezione importante, che vale per tutti: non conta solo ciò che accade, ma cosa noi ne facciamo, quale direzione diamo al percorso. C’è sempre una scelta: lasciare che la vita ci mandi in pezzi oppure sanare le ferite e rimettere insieme i cocci cementandoli con l’oro, come nell’arte giapponese del kintsugi.

Per la sua sensibilità sociale, Sabrina Penteriani ha ricevuto nel 2019 a Firenze il premio giornalistico “Comunicare la gratuità”.

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